Un avvio di stagione così i tifosi del Milan non lo avevano
mai visto. In 26 anni di era Berlusconi i rossoneri non erano mai partiti così
male: 12 lunghezze dalla vetta e 2 dalla zona retrocessione dopo 7 giornate con
soli 7 punti è un bottino che fa venire i brividi. Il gioco latita e le
vittorie non arrivano. La squadra paga, più del previsto, le cessioni di Thiago
Silva ed Ibrahimovic e gli adii dei senatori. Dopo ben 9 match ufficiali e un
intero precampionato mister Allegri non è riuscito ancora a trovare la
quadratura del cerchio in difesa: nessuno dei cinque centrali, a disposizione,
è sicuro del posto e le 9 difese schierate nel corso di questo scorcio di
stagione ne sono una dimostrazione. I
gol sui calci piazzati sono così solo una delle conseguenze della confusione
che la squadra rossonera vive nel reparto difensivo. Ma i problemi non
finiscono qui: anche a centrocampo, infatti, il Milan paga l’assenza di uomini
capaci di prender per mano la squadra (i progressi mostrati da Montolivo nel
derby lasciano però ben sperare). L’uomo scudetto (così lo definì Galliani una
volta acquistato), Niel De Jong, è un modestissimo centrocampista per nulla in
grado di far fare il salto di qualità alla squadra. Ottimo frangiflutti in
mezzo al campo, in grado di recuperare una miriade di palloni ma incapace a far
un solo, dico uno, passaggio in verticale. Di lanci alla Pirlo alla Seedorf, o
semplicemente all’Aquilani nemmeno l’ombra. L’olandese non rischia mai il
passaggio, cedendo sempre il pallone al compagno più vicino. Poca roba per uno
che avrebbe dovuto portarci al livello della Juventus. Ma i veri problemi del
Milan arrivano dagli attaccanti, o meglio da coloro che dovrebbero andare in
gol. I numeri, anche in questo caso, sono agghiaccianti. Solo 7 reti in
campionato sono davvero una miseria se si considera soprattutto che a
realizzarli sono stati solamente El Shaarawy e Pazzini. Che fine hanno fatto
Robinho, Boateng e Nocerino? È mai possibile che i tre segnassero solo grazie
agli assist di Zlatan Ibrahimovic? Io non voglio crederci, anche se al momento
sembra proprio così. Con i loro goal sicuramente si risolverebbero diversi
problemi. Ma i tifosi rossoneri sono del tutto sfiduciati, non vedono vie di
fughe per uscire dalla crisi. Il mercato di gennaio (non sono in molti, per la
verità, a credere che il Milan interverrà per salvare almeno in parte la
stagione) è ancora lontano e allora a cosa bisogna aggrapparsi? La risposta
sembra ovvio: ad Alexandre Pato. Lo sfortunato brasiliano è l’unico, almeno
potenzialmente, campione della squadra. L’unico in grado, se dovesse essere
finalmente integro, di far tornare il sorriso ai tifosi rossoneri. Forse siamo
rimasti in pochi a credere nel bomber di Pato Branco ma sono sicuro che una
volta realizzata la prima prodezza, magari già all’Olimpico contro la Lazio,
tutti saranno pronti ad acclamarlo e coccolarlo. Il nuovo numero 9 rossonero ci
crede: l’oretta abbondante con i giovani della Primavera ha dimostrato che la
voglia c’è. Non sono stati i due gol su punizione, certamente di ottima
fattura, a farmi pensare che ancora bisogna credere in questo campione ma il
sorriso e la sua spensieratezza, che lo hanno portato in diverse occasioni a
puntare l’uomo, incurante degli infortuni avuti in questi disgraziati anni.
Pato ha dimostrato di non aver paura, un grande segnale affinché il giovane
papero diventi finalmente il nuovo cigno rossonero. Dopo quello di Utrecht e di
Kiev aspettiamo quello di Pato Branco. Non abbiamo alternative: io ci credo.
clicca qui per discuterne: http://www.facebook.com/pronostico.mondo